Rapporto ISPRA 2022: più rifiuti prodotti rispetto al 2020
Pubblicato e presentato alla Camera lo scorso dicembre il Rapporto Ispra 2022, frutto del lavoro di raccolta dati del Centro Nazionale dei rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA (Istituto superiore per la produzione e ricerca ambientale), che analizza la produzione, la raccolta differenziata, la gestione dei rifiuti urbani e di imballaggio, compreso l’import export a livello locale, nazionale e internazionale.
La fine della crisi pandemica ha avuto importanti risvolti anche sulla ripresa della produzione dei rifiuti. Infatti, aumenta la produzione dei rifiuti e di conseguenza del lavoro delle discariche, grazie alla ripresa del pendolarismo e del turismo.
Inoltre, la crescita dei rifiuti non è parallela a quella del PIL e dei consumi delle famiglie.
Vediamo i dati del Rapporto nel dettaglio.
Rapporto Ispra 2022: ecco i dati
Nel 2021 la produzione di rifiuti urbani si attesta sui 29, 6 milioni di tonnellate, con un aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente.
La raccolta differenziata è stimata intorno al 64% (+ 1% rispetto al 2020) e secondo i dati raccolti, i rifiuti di carta e cartone rappresentano circa il 19% del totale.
Analizzando la situazione a livello regionale, il Veneto e la Sardegna sono le regioni più virtuose tra le 9 che hanno totalizzato percentuali al di sopra della media nazionale, molto bene la Basilicata, meno la Sicilia.
Cagliari è la città metropolitana che registra una crescita maggiore.
La crescita della raccolta differenziata ha messo in luce due grandi problemi del nostro paese: la mancanza di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani e il ricorso eccessivo al conferimento in discarica.
In particolare, i rifiuti avviati a impianti rappresentano il 50% del totale di quelli prodotti, Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2021, sono 657: 349 al Nord, 116 al Centro e 192 al Sud.
Tra i rifiuti urbani 5,4 milioni di tonnellate sono stati destinati all’incenerimento, in impianti specializzati che per la maggior parte (26 su 37) si trovano nelle aree del centro nord Italia.
Lieve calo per il recupero complessivo degli imballaggi.
Il Rapporto Ispra 2022 sottolinea come grazie all’impiego di tecnologie e macchinari all’avanguardia (come le presse di Ecotecnica per quanto riguarda lo smaltimento dei veicoli a fine uso) gli obiettivi UE al 2025 sono già stati superati per tutte le frazioni di imballaggio, eccetto la plastica.
Segnalato un generale aumento delle tariffe per la gestione dei rifiuti urbani: Venezia è la città con i costi maggiori, più di 300 euro ad abitante.
Esportazione e importazione rifiuti a livello europeo
In Italia l’esportazione di rifiuti urbani supera tre volte le importazioni.
Nel 2021 sono state esportate 659mila tonnellate di rifiuti e ne sono state importate 219mila. Le Regioni che esportano di più sono Lazio e Campania e i paesi, che in Europa, ne accolgono di più sono l’Austria, il Portogallo e la Spagna.
La Lombardia e il Piemonte sono tra le regioni che lavorano di più rifiuti dall’estero: come il vetro proveniente dalla Svizzera o la plastica proveniente principalmente dalla Francia.
Infine, il 2021 è stato l’anno della ripresa del PNRR e tra gli obiettivi più immediati, confermati dai dati del Rapporto, la necessità di accrescere il numero degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti urbani e investire fondi volti a colmare il divario fra nord e sud del paese.
Vuoi confrontare i dati con il Rapporto Ispra 2021? Li trovi qui.
